Buongiorno cari lettori, quante volte sentiamo pronunciare la parola Cyber bullismo? Penso troppe volte, ora il bullismo non si diffonde più solo nelle scuole, istituzioni, in luoghi di raggruppamento ma esistendo una nuova piattaforma dove tutti si sentono liberi di attaccare tutti quanti, il web è molto più facile la diffusione di questo grande problema.
Spesso ci si nasconde dietro a delle scuse per non affrontare il problema, ho sentito dire anche a genitori “Sono ragazzi, che vuoi farci?”.
Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo può a volte costituire una violazione del Codice civile e del Codice penale e, per quanto riguarda l’ordinamento italiano, del Codice della privacy (D.Lgs 196 del 2003).
La differenza con il bullismo fisico è molto sottile, per questo vi lascio la definizione e poi andiamo ad analizzarla assieme:
“Ostentazione di presunta capacità o abilità: banale, indisponente e rischioso modo di distinguersi, che sfocia talvolta in comportamenti aggressivi o violenti.”
Ecco, spero che vi sia saltata subito all’occhio la prima differenza, il cyberbullismo è un atto aggressivo alle volte immotivato, per il bullismo si parla di comportamento anche perché esso può sfociare non solo nella violenza psichica ma anche in quella fisica, cosa che nel cyberbullismo si verifica in maniera molto più limitata.
Oltre queste differenze meramente conoscibili, ne abbiamo altre un po’ più ostiche da affrontare…
Il Cyber bullismo è più difficile da controllare e combattere, perché se la violenza avviene tramite SMS, un sito privato, e-mail è più difficile reperirlo.
Avete presente definizione per quelle persone che si credono così forti dietro a un monitor? “I leoni da tastiera”? Ecco, loro infatti scrivono, dicono, fanno cose sul web che sicuramente non avrebbero mai fatto nella vita reale.
Però c’è un’uguaglianza tra di loro, c’è sempre una persona che prende di mira il “diverso”, per religione, orientamento sessuale, corporatura, passioni e gusti etc.
Il Cyberbullismo lo possiamo affiancare alla nuova generazione, quella dei nativi digitali, insomma tutti i ragazzi nati dal 1985 in poi.
Inoltre il nativo digitale vive l’esperienza del dispositivo mobile come un continuo punto di accesso al mondo di internet e non è più un agente passivo, anzi, partecipa attivamente alla vita del web creando contenuti.